
Milan-Napoli 0-2 e la capolista se ne va.
Ottobre 30, 2024
ll Bar Caffè 78, a Beltiglio di Ceppaloni: Un Locale Molto Bello
Ottobre 30, 2024
In molti piccoli paesi, specialmente nel nostro territorio, i soprannomi sono da sempre una consuetudine popolare. Di solito vengono affibbiati in modo scherzoso, senza intenzioni offensive. Tuttavia, questa abitudine, che ha avuto grande diffusione nel corso del XX e XXI secolo, rappresenta spesso un indicatore di una cultura limitata, legata a un passato di scarsa educazione e di mentalità chiuse.
Soprattutto nei piccoli centri, come Ceppaloni, i soprannomi hanno assunto un ruolo sociale importante, al punto che molte persone sono conosciute esclusivamente con essi. Questi appellativi, in alcuni casi ironici, in altri offensivi, spesso si sono tramandati di generazione in generazione, al punto che i familiari delle persone soprannominate vengono a loro volta associati a questi nomi. È un fenomeno che, purtroppo, può essere lesivo della dignità individuale, creando imbarazzo o disagio personale e familiare.
Nel 2024, è inconcepibile che ancora persistano soprannomi offensivi e limitanti. La nostra società è cambiata: viviamo in un’epoca di globalizzazione, di sviluppo tecnologico e intellettuale, in cui dovremmo valorizzare le persone per le loro identità, nomi e cognomi, senza ricorrere a soprannomi che sminuiscono l’individualità e che, spesso, non aggiungono nulla di positivo.
Questa consuetudine rappresenta una sottocultura, una forma di ignoranza che persiste e che è difficile cambiare, specialmente in ambienti dove la tradizione ha un peso ancora rilevante. C’è bisogno di evolvere, di abbandonare questi atteggiamenti obsoleti e di abbracciare un futuro in cui ogni persona possa essere rispettata nella sua unicità. Siamo tutti individui con nomi e cognomi che ci identificano degnamente all’interno della nostra società e delle nostre famiglie, e che meritano di essere rispettati.
Da parte nostra, come gestori di questo sito, nonché come persone residenti qui a Ceppaloni, nel Sannio, ci dissociamo da queste forme di subcultura.
Invitiamo chi ancora utilizza questi soprannomi, spesso per gioco e senza cattiveria, a riflettere e ad abbandonare questa pratica ormai superata.
Guardiamo al futuro, alla crescita culturale e sociale, e lasciamo indietro queste “cavolate” che non contribuiscono in alcun modo a uno sviluppo positivo.
Ogni persona merita di essere rispettata e chiamata con il proprio nome e cognome, perché dietro ogni nome e cognome c’è una persona, una famiglia, una storia e una dignità che vanno riconosciute.
Carmine Tranfa
Luigi Tranfa