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Confessiamo la nostra ignoranza in materia. Non sapevano, fino ad oggi, che esistono cani randagi di SERIE A e quelli di nessuna SERIE.
L’abbiamo appreso dalla delibera di Giunta n°138 del 21 ottobre 2024, la quale afferma “il Comune di Ceppaloni, proprietario dell’immobile, detiene presso il canile gestito dall’ OASI DEL SABATO, numero 31 cani randagi CATTURATI nel territorio comunale, il cui mantenimento è a carico delle finanze comunali”.
Sinceramente non eravamo a conoscenza che l’Ente Locale disponesse di uomini e di attrezzature idonee per effettuare tali operazioni ossia la cattura dei cani.
Nei Comuni non esiste, come nella Polizia, una SEZIONE CATTURANDI, specializzata ad imprigionare latitanti, ossia persone condannate per reati gravi.
Le povere bestioline sono INNOCENTI ed hanno solo bisogno di cura ed amore.
Per fortuna non esistono più i “bounty killer” ossia individui che si dedicavano alla cattura di criminali ricercati e ricevevano una taglia (ricompensa), se li consegnavano alle autorità, VIVI O MORTI.
Inoltre, nell’atto amministrativo, non viene precisato neanche l’importo erogato né l’eventuale incentivo o compenso concesso agli esecutori della cattura. E poi con quali criteri è stato delimitato il territorio comunale visto che non esistono confini tra Comuni e chi stabilisce il limite?.
Se un cucciolo viene catturato, a pochi metri dalla frontiera, non ha diritto di mangiare?
E’ del tutto evidente che IL SINDACO, IL VICE SINDACO, gli assessori, IGNORANO O FANNO FINTA DI IGNORARE che nell’OASI DEL SABATO ci sono PIÙ DI 200 CANI. Poiché la Giunta ne finanzia 31, gli altri 170 vengono completamente ignorati dagli amministratori ceppalonesi.
Eppure la citata delibera, con abbondante enfasi retorica, prosegue: “ LA TUTELA DEGLI ANIMALI E’ UN VALORE ETICO ED ECOLOGICO”.
Cita la Legge statale n°281 del 18 aprile 1991, ma non afferma che la norma statuisce : “ che deve essere prestata assistenza solo ai cani catturati nel territorio comunale”.
L’atto amministrativo proclama: “che l’abbandono dei cani è un fenomeno riprovevole che ha assunto, purtroppo, dimensioni rilevanti e che i randagi, devono essere ricoverati nei “CANILI-RIFUGIO” (come se si trattasse di paradisi terrestri).
IL 16 NOVEMBRE 2024 abbiamo pubblicato un articolo dal titolo “UNA VITA DA CANI NEI CANILI DELLA REGIONE CAMPANIA”. Nello stesso articolo è stato evidenziato che molte strutture nate per questo scopo, non costituiscono un rifugio sicuro bensì una prigione, una gabbia. In effetti l’art.12 della Legge Regionale 3/2019, favorisce l’abbandono dei cani e scoraggia le persone ad adottarli. Difatti, se una persona, per gravi problemi di salute o altri motivi, restituisce la bestiolina al canile, è tenuto, a norma di contratto, a pagare i costi che raggiungono CIFRE GIORNALIERE DI 25 EURO E MENSILI DI 750 EURO PER TUTTA LA DURATA DI VITA DEL CANE. Al contrario di MOLTI COMUNI ITALIANI, SOPRATTUTTO AL NORD-ITALIA, laddove la restituzione è gratuita.
Abbiamo suggerito di realizzare AREE DI VERDE O PARCHI PUBBLICI, recintati ed attrezzati per i cani, con casette in legno, visto che il vigente piano urbanistico li prevede. All’interno dei parchi, i simpatici amici dell’uomo, possono scorazzare liberamente in un ambiente salutare e, soprattutto, LIBERO, restituendo ai cani il loro innato istinto di LIBERTA’.
L’insegnamento di quanto rappresentato è che non serve, come spesso avviene, LA VUOTA RETORICA, ma servono FATTI CONCRETI ED IDEE LUNGIMIRANTI.