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Il seggio elettorale, quale tempio della democrazia, rimane sempre più abbandonato.
L’affluenza che cala indica malcontento che sale, dunque il responso delle urne appare sempre meno inclusivo.
Con addirittura meno del 50% di cittadini votanti, e’ chiara la percezione di delegittimazione della rappresentatività del vincitore…
La disaffezione allo strumento del referendum e’ stato un segnale non colto nella sua importanza, ecco allora che la sfiducia in temi particolari (referendum) e’ sfociata nella sfiducia per le persone candidate e per i relativi partiti.
La bassa affluenza ai seggi elettorali e’ anche un voto di sfiducia al Governo, che non ha saputo sensibilizzare i cittadini per coinvolgerli nel civico rito del voto alla base del metodo democratico (se si danno per scontate la possibilità di andare a votare e la garanzia per le schede bianche di rimanere tali).
Inoltre, il circa 50% che è andato a votare ha rifilato un paio di sberle (Umbria ed Emilia Romagna) a tutto il centro destra dei “migliori” governativi…
Fatto ancora più nero dalla mazzata elettorale, il centro destra frastornato si chiede dove ha sbagliato…
Ecco, forse lo sbaglio più grande è che si chiede sempre fra sé e sé senza domandare agli altri…
(E non ascoltano neanche quelli che contattano il Governo per segnalare qualcosa, come una possibile scoperta).
Pertanto, se molti cittadini non sono presenti ai seggi, allora occorre un obbligo di andare a votare e nuove soluzioni per esprimere il dissenso; altrimenti, non potendo sapere con certezza il motivo dell’assenza, per gli elettori non si possono escludere a priori eventuali condizionamenti alla libertà di andare a votare e timori di alterazioni delle schede.
In epoca “tecnologica”, nella cabina elettorale dovrebbe essere presente uno schermo (tipo bancomat) su cui indicare il voto (una X virtuale, apposta con il contatto di un dito su un simbolo o nome); essendo così possibile assegnare solo voti validi, si eliminerebbero anche le schede nulle e la mancata espressione del voto (se non si vota correttamente la “macchina elettorale” lo segnala subito); la “macchina elettorale” che stampa anche la classica scheda da inserire manualmente nell’urna materiale (per avere affidabile conferma del veloce spoglio del voto elettronico) sarebbe ottima cosa.
Per ora, il problema della scheda bianca (e della sua interpretazione) si risolve eliminandola (quindi una scheda senza voto e’ nulla) e creando, sulla scheda elettorale, un riquadro “voto di astensione” ed un riquadro “voto di protesta” su cui apporre il segno X.
Articolo n. 21
del 21/11/2024
di Aurelio Esposito