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Novembre 17, 2024Benevento-Avellino 2-2
Novembre 17, 2024
Il sindaco di Benevento: «Con Matteo siamo amici da sempre e ha un sentiment democristiano. De Luca? Stringe accordi con i miei avversari storici»
Un segugio politico come lui sa annusare l’aria e seguire le orme della preda come pochi. Ieri Clemente Mastella, sindaco di Benevento, era a San Lorenzello alla commemorazione dell’agente di Polizia di Stato Antonio Cestari con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Già in campagna elettorale per le Regionali con Piantedosi?
«Io non tiro per la giacca nessuno. La mia lista ci sarà, non so a favore di chi. Poi sarà Matteo a decidere».
Ma circola insistente la voce che Noi di centro, la sua lista, con Piantedosi candidato alla presidenza della Regione, tornerà nel centrodestra.
«Io sono di centro, e non da ora. E ho sempre detto che le alleanze non sono eterne. Tanto il centrosinistra non esiste più: è uno schieramento approssimativo, litigioso. Non è più quello dell’Unione e della Margherita, di cui sono stato fondatore con Prodi. Detto questo, voglio capire cosa accadrà: De Luca va avanti? Vedremo cosa succede. Andrà avanti la sinistra a lui contraria? Faremo le nostre valutazioni».
Resta alla finestra?
«Avevo un mio consigliere regionale, era anche il mio medico ed è stato eletto grazie ai miei voti. Ma poi me lo hanno fregato. Subisco l’ostracismo e le cattiverie quotidiane della sinistra a Benevento. Poi De Luca stringe accordi in città con i miei avversari storici. Beh, cosa devo dire? Non mi ha fatto neanche una telefonata per avvertirmi. Io, la volta scorsa, ho dato 105 mila voti a De Luca».
Ed ora, che fine faranno i suoi 105 mila voti: mica li getterà dalla finestra?
«Se si realizza, come si dice, una ripartizione trinitaria, con tre schieramenti, varranno parecchio, no? L’ultima volta che ha vinto la sinistra è accaduto grazie a me. La sinistra ha fatto accordi con tutti, persino con la Lega e i 5 stelle. E io sarei il trasformista?».
Vabbé, sappiamo tutti dei suoi forti rapporti personali con il ministro Piantedosi. Se però scenderà in campo lui…
«Guardi, io conosco Matteo da sempre. Ceppaloni e Pietrastornina, il suo paese, sono vicinissimi. Ero amico del papà, direttore didattico, punto di riferimento per tutti. Poi lui, Matteo, ha questa qualità che apprezzo molto: un sentiment democristiano tipico delle nostre zone. Ed è importante avere nel governo una presenza a trazione moderata come la sua: decisa, rispettosa, ma mai cedevole. Certo, fa il ministro dell’Interno. Non è Bucci che faceva il sindaco di Genova e si è candidato alla presidenza della Liguria».
Come finirà la vicenda De Luca?
«Occorre capire cosa accadrà con il voto in Umbria. Se la Schlein perde, allora De Luca avrà più vento a favore. Ma se vince sarà guerra totale».
Con il centrosinistra diviso alle Regionali in Campania, Mastella potrà far valere meglio i suoi 105 mila voti?
«Sicuramente. Ma veda: la sinistra perde non perché ha pochi consensi, ma perché non sa allargarli. In Liguria è stata sconfitta da questa sorta di frivolezza politica che l’ha portata a non aggregare Renzi. Ora, io non è che vanti buoni rapporti con Renzi, ma che senso ha fargli la guerra? Nel Cln quelli della sinistra mica storcevano il naso se dovevano combattere con i partigiani cattolici o liberali? E gli stessi grossolani errori li hanno commessi in Basilicata, perdendo Pittella e non candidando una persona rispettabile solo perché era stata andreottiana. Ma Andreotti è morto venti anni fa! Ecco, la sinistra perde per insipienza politica. Io, invece, ho sostenuto e ho dato una grande mano a Manfredi per la sua corsa al vertice Anci, benché venga trattato male dalla sinistra».
Insomma, piano piano la stanno spingendo nel centrodestra?
«Alla mia età non devo fare carriera. Lotto per il mio territorio. Mi chiedo: perché esistono facoltà di Medicina a Napoli, a Salerno e a Caserta, ma non a Benevento e ad Avellino? Perché il consiglio regionale deve impedire ai sindaci dei paesini dell’entroterra di candidarsi alla Regione? Ma che senso ha? Che politica è questa? Pensano solo ai fatti loro. Non mi piace più questa politica».
Ma lei ci pensa al terzo mandato?
«Un’altra questione: perché deve valere per i presidenti di Regione e non per i sindaci? La Liguria ha presentato un ricorso alla Consulta: perché quelli dei comuni al di sotto dei 15 mila abitanti possono fare il terzo mandato e gli altri no? Ma che paese sta diventando il nostro? Senza buon senso, senza politica, senza rispetto».
Ha letto sul Corriere che a Napoli manca una strada dedicata al sindaco Maurizio Valenzi?
«Ah, a Benevento ho dedicato un giardino ad un ex vicesindaco socialista e una strada ad un ex deputato missino. Ho avuto più attenzione agli avversari che agli amici politici. Grazie a Maurizio de Giovanni ho dedicato una strada a un poeta napoletano povero e analfabeta, Vincenzo Russo, autore di straordinarie canzoni. Ora, non credo debba essere io a Benevento a dedicare una strada a Valenzi. Spero che a Napoli ci ripensino»